venerdì 13 settembre 2013

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sabato 17 settembre 2011

CARI AUTORI FREE ITALY SI TRASFERISCE SU FREE-ITALY.INFO

CARI AUTORI FREE ITALY SI TRASFERISCE SU WWW.FREE-ITALY.INFO.A SEGUITO DI PROBLEMATICHE INTERNE TRA GLI AMMINISTRATORI C'E' STATA UNA SCISSIONE TRA LE DUE ANIME DEL GRUPPO.OGNUNO DI NOI HA FONDATO DUE PAGINE ALTERNATI,FREE-ITALIA.BLOGSPOT.COM E FREE-ITALY.INFO,CHE RAPPRESENTA LA MIA NUOVA PAGINA.VI RENDERETE CONTO DA SOLI DELLE DIFFERENZE.CHI VOLESSE PROSEGUIRE A POSTARE MI SCRIVA A REDAZIONE@FREE-ITALY.INFO,INDICANDO ANCHE SE AVETE AD SENSE IN MODO DA POTER INSERIRE COME GIUSTO CHE SIA LA PUBBLICITA' NEL SITO.SOLO NEL CASO IN CUI CIO' NON VI INTERESSI ME LO DOVRESTE FARE PRESENTE IN MODO CHE TUTTO SIA CHIARO E TRASPARENTE.E' STATO UN PIACERE AVERMI COME BLOGGER NEL NOSTRO TEAM,SE NON VORRETE PROSEGUIRE VI FACCIO I MIGLIORI AUGURI PER IL VOSTRO PROSEGUIMENTO NEL MONDO BLOGGER.
CORDIALI SALUTI.
IL SITO SARA' VISIBILE D'ORA IN AVANTI SOLO NEL NUOVO PORTALE WWW.FREE-ITALY.INFO.HO PROVVEDUTO HA CANCELLARE I VOSTIR ARTICOLI CHE SARANNO RIPRESENTATI SOLO PREVIO VOSTRO CONSENSO.MI SCUSO ANTICIPATAMENTE NEL CASO QUALCUNO DEI VOSTRI ARTICOLI SIA PRESENTE NEL NUOVO SITO E SE VORRETE BASTERA' FARLO PRESENTE E VERRA' CANCELLATO.QUALCORA VORRETE PROSEGUIRE INSERIREMO TUTTI GLI ARTICOLI DA VOI POSTATI NUOVAMENTE.CORDIALI SALUTI.

venerdì 16 settembre 2011

IL COLLASSO DELLA CIVILTA’ OCCIDENTALE


La nostra è la Civiltà del Petrolio, lo sviluppo che ci ha caratterizzato
nell'ultimo secolo deriva principalmente dall'enorme energia dell'oro nero
ed i suoi derivati.
Siamo così diventati la Società dei Consumi "neoliberista", dove il principio
di autoregolazione ha dettato la linea della Politica Economica dalla crisi
del '92 in poi.
Si designa così un ristretto sottogruppo o categoria sociale èlitaria, a tale
sottogruppo viene attribuita una specifica superiorità economica rispetto
alla restante parte del corpo sociale.
In vent'anni le grandi Corporation hanno accumulato profitti favolosi,
segretamente investiti in un sistema finanziario criminale: il Sistema
Bancario Ombra.
Tre anni fa il mondo si è timidamente accorto dell'esistenza di una struttura
sconosciuta quando era già così grande da "non poter fallire".
Il nostro momento storico, la Globalizzazione, sta vivendo il suo passaggio
più critico proprio adesso:
i Fondi Sovrani sono diventati velocemente Debiti Sovrani proprio per
tentare di sostenere il naturale collasso di questa struttura (2008)
dunque i Governi che hanno interamente profuso tutte le risorse in questo
intento ora si ritrovano completamente privi di strumenti per stimolare la
crescita e promulgare il Progresso.
Assistiamo quindi al fatale fallimento di questa impresa impossibile (il
volume dei Derivati nel Mondo è pari a dieci volte il PIL globale) con una
unica dolorosa via di uscita:
aggredire il nocciolo del disastro (collasso pilotato) per estirpare il
cancro, ovvero abbattere il sistema bancario ombra ripensando a tutti gli
aspetti correlati (vedi schema)

giovedì 15 settembre 2011

USA: IL FALLIMENTO DI UN MODELLO


Il 26 settembre del 2002 il sito Repubblica.it scriveva che secondo i dati del rapporto 2001 su redditi e povertà pubblicato dal Census Bureau erano chiari: negli Stati Uniti i poveri erano 32,9 milioni, 1,3 milioni in più rispetto all'anno precedente. Nove anni dopo: il sito web del giornale “Il Fatto Quotidiano” scrive che nel 2010 gli Stati Uniti contano 46,2 milioni di poveri, il 14,3% della popolazione. I dati provengono anche questa volta dal rapporto annuale del Census Bureau. “La povertà dilaga ormai negli Stati Uniti”, ormai è un dato di fatto. Il paese che l'intero occidente ha preso come modello ha prodotto 13,3 milioni di poveri in nove anni. La cosa, ahimè, non mi stupisce. Anzi, è l'ennesima conferma che la globalizzazione, cioè l'estensione universale del modello di sviluppo industriale(cioè quello utilizzato dagli Stati Uniti), non solo ha provocato, provoca, e continuerà a provocare la distruzione dei paesi che ancora non avevano avuto la fortuna di conoscere il “progresso” e il “benessere”, come l'Africa che ai primi del novecento era ancora alimentarmente autosufficiente e oggi muore di fame, ma provoca povertà e miseria anche nei paesi che questo modello lo vogliono esportare. E gli Stati Uniti ne sono l'emblema. Così come la Russia in cui, secondo dati dell’Istituto di Progetti Sociali e della compagnia di sondaggi “ROMIR-MONITORING” del 2005 cioè prima della crisi, vivono in condizione di povertà circa il 60% della popolazione adulta. Stati Uniti e Russia, cioè capitalismo e socialismo, cioè destra e sinistra, hanno fallito. Neanche loro riescono a reggere i ritmi sempre più veloci del “progresso”. Così come una bicicletta ha bisogno di andare a una certa velocità per non cadere, così è il modello di sviluppo industriale che ci siamo scelti. Ma sono ritmi, come direbbe Massimo Fini, orgiastici. Che qualcuno forse potrà ancora reggere per un po', ma che nessuno può reggere per sempre. Soprattutto viste le conseguenze. Questa continua ricerca della crescita a ritmi forsennati ha provocato nell'uomo moderno angoscia, depressione, nevrosi. Sempre per citare un esempio caro allo scrittore Massimo Fini, se oggi ci sono dieci contadini che coltivano una terra e otto contadini lavorano bene e due a ritmi lenti, questi ultimi due vengono mandati via a calci. Una volta non sarebbe successo così. Si sarebbero divisi il campo in dieci pezzi ciascuno e una volta concluso non sarebbero andati a cercare la crescita produttiva del campo, perché gli bastava produrre quello che gli serviva per vivere. Una volta finito il tempo sarebbero andati nel villaggio, nelle osterie, a corteggiare le donne. Insomma, a vivere. Nella società pre-industriale, schifata da tutti e di più, si preferiva curare i rapporti con le persone che vivevano nel tuo stesso villaggio piuttosto che cercare il profitto, il guadagno. Oggi una cosa del genere è inconcepibile. Anzi, viene considerato un segno di debolezza. Ma è normale, d'altronde ormai siamo tutti convinti che “Bisogna consumare per aumentare la produzione”, che la crescita economica è un bene, sempre, e tutto deve ruotare intorno ad essa. Compreso l'uomo, che ormai non si può più definire tale. Piuttosto si può definire un consumatore, un fattore da sfruttare per aumentare la crescita. Siamo solo una parte marginale di un sistema che non ci riconosce.

Giacomo Cangi

mercoledì 14 settembre 2011

LA GENTILEZZA E LA COERENZA DI LADY DANIELA


Altro che Angela Merkel e Hilary Clinton. La donna impegnata in politica migliore del mondo ce l'abbiamo noi.: Daniela Santanché. La sua pacatezza, la sua eleganza, la sua gentilezza, la sua grazia, il suo garbo, la sua amabilità, d'altronde, sono noti a tutti. La sua fama la precede. Come si fa a non adorarla. Ma nonostante la sua delicatezza e squisitezza, quando serve sa fare valere le sue idee. Una vera “donna con le palle”. Come dovrebbero essere tutte le donne in politica. Ferma, risoluta, decisa, tenace, coerente. Ecco, soprattutto coerente. Nel marzo del 2008, in piena campagna elettorale per le elezioni politiche a cui lei era candidata premier per “La destra”, disse “Le donne per andare in Parlamento lo possono fare solo con me”,”Vorrei fare un appello a tutte le donne italiane. Non date il voto a Silvio Berlusconi, perché Silvio Berlusconi ci vede solo orizzontali, non ci vede mai verticali”. Secondo la nostra cara Daniela, Berlusconi “non ha rispetto per le donne, lo dimostra la sua vita giorno dopo giorno. Ha detto a quella ragazza precaria di sposare un miliardario: non è questa la soluzione del precariato. Il voto a Silvio Berlusconi è il voto più inutile che le donne possano dare” ma anche “Berlusconi ha sempre utilizzato le donne come il predellino della sua Mercedes: un punto d'appoggio per sembrare più alto dei veri nanetti di cui si circonda. Il voto alla Destra è invece utilissimo perché serve a rompere i vecchi giochi della politica e a rimettere in gioco valori e ideali che non devono essere cancellati”. Brava Daniela, finalmente qualcuno che dice le cosa come stanno. In questo periodo però circolano strane voci su di lei, anzi, Lei. C'è chi dice che in un'intervista a Fabrizio d'Esposito per “Il Fatto Quotidiano” del 13 settembre 2011 il giornalista le avrebbe fatto notare che lei era una delle poche, a differenza per esempio di Renata Polverini e Gianni Alemanno, che era rimasta fedele a Berlusconi, quello che “i vede solo orizzontali, non ci vede mai verticali”. E lei avrebbe risposto:”Io sarò l'ultima tra gli ultimi, questo è certo”. Ma anche “E le assicuro che il Presidente ha una forza che gli altri non hanno: la forza della verità”. A dir la verità qualcosa s'era già sentito prima, come quando a maggio del 2011 disse che il pm che ha indagato Berlusconi nell’ambito del cosiddetto Caso Ruby “è un cancro della democrazia”. Ma come? Proprio lei che prima chiedeva alle donne di non votare Berlusconi che “ha sempre utilizzato le donne come il predellino della sua Mercedes: un punto d'appoggio per sembrare più alto dei veri nanetti di cui si circonda”, adesso attacca il pm che osa indagare il suddetto Berlusconi per favoreggiamento alla prostituzione minorile? Ma ci deve essere un equivoco di fondo. Questa non è Daniela Santanché, ma la sua gemella cattiva. Solo qualche cretino potrebbe pensare che si tratti della stessa persona. Anche perché sennò vorrebbe dire che la Santanché soffre di schizofrenia acuta. Oppure che si è messa in orizzontale anche lei.

Giacomo Cangi


martedì 13 settembre 2011

Come si distrugge un paradiso terrestre


L'Italia: il bel paese. Per secoli e secoli siamo stati il paese più invidiato da tutte le popolazioni europee e non solo. Perché il nostro paese era un vero e proprio paradiso terrestre. Siamo circondati quasi interamente dal mare, avevamo un clima perfetto: inverni non troppo freddi, estate non eccessivamente calde, e le famose mezze stagioni che per la loro bellezza hanno ispirato grandi poeti(“Era il maggio odoroso” scrive Leopardi in “A Silvia”). Come ricorda Massimo Fini in un articolo dell'8 agosto 2003 pubblicato ne “Il Gazzettino”, durante i primi anni del Novecento i ricchi inglesi ed americani venivano a svernare in Liguria, trovando una natura incontaminata che a casa loro si sognavano. Poi c'era Napoli, il golfo più bello del mondo, Roma, la città eterna, Venezia, Firenze, la Sicilia, la Sardegna. Tutto queste meraviglie in un solo paese. Essere italiani era un orgoglio ed un privilegio. Poi ci siamo giocati tutto, e abbiamo perso. Il nostra clima è cambiato completamente. I nostri inverni sono diventati rigidissimi perfino nelle regioni meridionali, e le estati hanno un clima tropicale. La siccità ormai è diventato un fenomeno a cui siamo quasi abituati. Come dice la famosa frase di circostanza, le mezze stagioni sono scomparse. La Liguria è diventata un'unica grande colata di cemento, Napoli nel mondo è conosciuta più per la sporcizia che per la pizza, arlecchino, il Vesuvio o il mare(ricordo ancora quando andai in Svizzera per uno scambio culturale organizzato dalla scuola e la mia corrispondente un giorno mi disse “Come si chiama quella città con l'immondizia?”). Roma è diventata un inferno a causa del traffico, così come Firenze. La Sicilia è distrutta dall'abusivismo edilizio e la Sardegna, che fra queste è quella messa meglio perché conserva qualche angolo di paradiso, è stata distrutta da località come Porto Cervo e da tutto il turismo della costa smeralda, quello della “bella vita”, del Billionaire etc. La riviera romagnola è stata abbattuta da Rimini, Riccione e dal turismo di massa grezzo e volgare grazie al quale in spiaggia ti ritrovi a mezzo metro dal tuo vicino. Il nostro mare che una volta era uno dei più belli del mondo, oggi è(con le poche dovute eccezioni) sporco, marrone alla vista.
Tutto questo per cosa? Per l'industrializzazione, per la crescita economica, per il cosiddetto progresso e per l'altrettanto cosiddetto benessere. Per il suv, per gli yacht, per le ville a tre piani, per il denaro. Abbiamo perso, come Adamo ed Eva, il nostro paradiso terrestre. Ci siamo lasciati corrompere dalle (false) lusinghe del dio denaro e di questo futuro che, con i dovuti investimenti economici, ci avrebbe reso tutti felici. E ci siamo anche impigriti. L'agenzia ANSA il 31 maggio 2011 ci informava che gli “Italiani sempre più pigri: il 59% non usa mai le scale se ha a disposizione l'ascensore, il 35% usa l'auto anche per tragitti brevi di 1 km e l'11% non va mai in bicicletta(...)Solo il 9% usa i mezzi pubblici”. In più 75 mila persone all'anno muoiono per cause legate all'obesità. Gli italiani, una volta famosi in tutto il mondo per la loro allegria, oggi sono un popolo che soffre, come tutto l'occidente, di angoscia, nevrosi e depressione. In Italia il consumo di farmaci antidepressivi e' salito del 310% dal 2000 al 2008. Nel solo anno 2008 in Italia sono morte 502 persone a causa della droga. L'allegria ci siamo scordati cosa sia.
Mi viene in mente una storia che mi raccontò mio padre qualche anni fa: c'era un signore che viveva in un'isola tropicale. La mattina pescava qualche pesce per mangiare e per il resto si godeva la vita in quella bellissima isola. Poi un giorno incontrò un signore che gli disse "Ma tu non puoi pescare solo i pesci che ti servono per mangiare! Devi mettere su un'azienda, assumere qualche persona, comprare qualche nave da pesca, pescare pesci in grande quantità, così poi se riuscirai a vendere potrai comprare ancora qualche nave più grossa per prendere ancora più pesci, fare ancora più soldi e mettere su un'azienda ancora più grande. Poi, se lavorerai duro per tutta la vita, quando andrai in pensione potrai goderti la vita in una bella isola tropicale.

Giacomo Cangi

 
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