martedì 13 settembre 2011

Come si distrugge un paradiso terrestre


L'Italia: il bel paese. Per secoli e secoli siamo stati il paese più invidiato da tutte le popolazioni europee e non solo. Perché il nostro paese era un vero e proprio paradiso terrestre. Siamo circondati quasi interamente dal mare, avevamo un clima perfetto: inverni non troppo freddi, estate non eccessivamente calde, e le famose mezze stagioni che per la loro bellezza hanno ispirato grandi poeti(“Era il maggio odoroso” scrive Leopardi in “A Silvia”). Come ricorda Massimo Fini in un articolo dell'8 agosto 2003 pubblicato ne “Il Gazzettino”, durante i primi anni del Novecento i ricchi inglesi ed americani venivano a svernare in Liguria, trovando una natura incontaminata che a casa loro si sognavano. Poi c'era Napoli, il golfo più bello del mondo, Roma, la città eterna, Venezia, Firenze, la Sicilia, la Sardegna. Tutto queste meraviglie in un solo paese. Essere italiani era un orgoglio ed un privilegio. Poi ci siamo giocati tutto, e abbiamo perso. Il nostra clima è cambiato completamente. I nostri inverni sono diventati rigidissimi perfino nelle regioni meridionali, e le estati hanno un clima tropicale. La siccità ormai è diventato un fenomeno a cui siamo quasi abituati. Come dice la famosa frase di circostanza, le mezze stagioni sono scomparse. La Liguria è diventata un'unica grande colata di cemento, Napoli nel mondo è conosciuta più per la sporcizia che per la pizza, arlecchino, il Vesuvio o il mare(ricordo ancora quando andai in Svizzera per uno scambio culturale organizzato dalla scuola e la mia corrispondente un giorno mi disse “Come si chiama quella città con l'immondizia?”). Roma è diventata un inferno a causa del traffico, così come Firenze. La Sicilia è distrutta dall'abusivismo edilizio e la Sardegna, che fra queste è quella messa meglio perché conserva qualche angolo di paradiso, è stata distrutta da località come Porto Cervo e da tutto il turismo della costa smeralda, quello della “bella vita”, del Billionaire etc. La riviera romagnola è stata abbattuta da Rimini, Riccione e dal turismo di massa grezzo e volgare grazie al quale in spiaggia ti ritrovi a mezzo metro dal tuo vicino. Il nostro mare che una volta era uno dei più belli del mondo, oggi è(con le poche dovute eccezioni) sporco, marrone alla vista.
Tutto questo per cosa? Per l'industrializzazione, per la crescita economica, per il cosiddetto progresso e per l'altrettanto cosiddetto benessere. Per il suv, per gli yacht, per le ville a tre piani, per il denaro. Abbiamo perso, come Adamo ed Eva, il nostro paradiso terrestre. Ci siamo lasciati corrompere dalle (false) lusinghe del dio denaro e di questo futuro che, con i dovuti investimenti economici, ci avrebbe reso tutti felici. E ci siamo anche impigriti. L'agenzia ANSA il 31 maggio 2011 ci informava che gli “Italiani sempre più pigri: il 59% non usa mai le scale se ha a disposizione l'ascensore, il 35% usa l'auto anche per tragitti brevi di 1 km e l'11% non va mai in bicicletta(...)Solo il 9% usa i mezzi pubblici”. In più 75 mila persone all'anno muoiono per cause legate all'obesità. Gli italiani, una volta famosi in tutto il mondo per la loro allegria, oggi sono un popolo che soffre, come tutto l'occidente, di angoscia, nevrosi e depressione. In Italia il consumo di farmaci antidepressivi e' salito del 310% dal 2000 al 2008. Nel solo anno 2008 in Italia sono morte 502 persone a causa della droga. L'allegria ci siamo scordati cosa sia.
Mi viene in mente una storia che mi raccontò mio padre qualche anni fa: c'era un signore che viveva in un'isola tropicale. La mattina pescava qualche pesce per mangiare e per il resto si godeva la vita in quella bellissima isola. Poi un giorno incontrò un signore che gli disse "Ma tu non puoi pescare solo i pesci che ti servono per mangiare! Devi mettere su un'azienda, assumere qualche persona, comprare qualche nave da pesca, pescare pesci in grande quantità, così poi se riuscirai a vendere potrai comprare ancora qualche nave più grossa per prendere ancora più pesci, fare ancora più soldi e mettere su un'azienda ancora più grande. Poi, se lavorerai duro per tutta la vita, quando andrai in pensione potrai goderti la vita in una bella isola tropicale.

Giacomo Cangi

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